Gelosia del fratello maggiore

Ogni genitore è preoccupato di come il primo figlio reagirà a questa nuova esperienza, ma deve essere consapevole che la gelosia e il disagio sono esperienze utili alla sua crescita ed al suo equilibrio emozionale.

Deve, inoltre, considerare che il bambino spesso non possiede gli strumenti per poter comprendere quello che sta effettivamente accadendo.

I bambini che più comunemente provano gelosia per l’arrivo di un fratellino sono quelli di età compresa tra 18 e 36 mesi.

Questo accade perché:

• prima dei 18 mesi non vi è una completa percezione dei cambiamenti;

• dopo i 36 mesi il bambino ha strumenti logici e un approccio consapevole che lo aiuta a elaborare in modo più completo la situazione.

Un bambino diventa geloso nel momento in cui si verifica una discrepanza tra ciò che nel suo immaginario si era “costruito” (in seguito alle informazioni ricevute durante l’attesa) e ciò che nella realtà si verifica, per esempio:

• la mamma non potrà più essere sempre e solo per lui;

• il fratellino non può essere (per il momento) un compagno di giochi;

• il fratellino non è “suo”, ma è di mamma e papà…

LA GELOSIA: COME SI MANIFESTA

Ogni bambino ha una propria modalità per esprimere il disagio che sta vivendo e spesso lo manifesta anche con atteggiamenti e comportamenti del tutto inaspettati.

A questa età, infatti, il bambino è incapace di riconoscere e controllare le proprie emozioni; può solo esprimerle attraverso il comportamento.

Il bambino geloso può:

1) manifestare atteggiamenti aggressivi sia verbali sia fisici in cui il destinatario più frequente è il “nuovo arrivato”, ma anche la mamma: rabbia verso tutti gli adulti, il capriccio quasi isterico, l’insulto e la denigrazione, il broncio, la distruzione dei giochi…

2) chiudersi in sé stesso si isola, tende a distaccarsi dalla mamma o a sottomettersi in modo passivo per compiacere, per paura di essere abbandonato. Ha atteggiamenti tendenzialmente tristi, affiorano o nascono paure autentiche (dei mostri, dei ladri, del buio…). Il bambino può decidere di “bastare a se stesso”.

3) assumere comportamenti regressivi succhiare il dito, fare pipì addosso o a letto, farsi aiutare nelle piccole cose che faceva da solo, cercare la mamma per addormentarsi, farsi imboccare a tavola…

4) manifestare atteggiamenti rivolti completamente su sé stesso accusa malesseri fisici (somatizzazione), perde fiducia in sé (autosvalutazione), si punisce per i “pensieri cattivi” verso la mamma e il neonato (autopunizione)…

In alternativa, rivolge le attenzioni a sé stesso per non rinunciare al suo posto in famiglia e nel mondo: diventa eccessivamente geloso delle sue cose, sfida l’adulto ma anche i coetanei per affermare la propria presenza, si mette in mostra, spesso eccedendo nell’esibizionismo.

5) cercare di accettare questo suo nuovo ruolo, imponendosi gli atteggiamenti che ritiene gli adulti pretendano da lui nel timore di deludere le aspettative, diventa eccessivamente premuroso e protettivo scegliendo l’onere di fratello maggiore, anziché accettare serenamente le emozioni contrastanti che vive in quel momento.

COME AIUTARE IL FRATELLO MAGGIORE

gelosia fratello maggiore

Il gesto più importante che il genitore deve compiere è prestare attenzione a queste manifestazioni comprendendo il disagio del proprio figlio.

Punire non è una tecnica corretta. Impedirgli di vivere la gelosia equivale a soffocarla e a trasmettergli l’idea che nessuno lo comprende e lo sostiene in un momento difficile.

Non nascondere l’affetto per il neonato.

Ciò lo porterebbe a pensare che, durante la sua assenza, succedano cose meravigliose a lui negate o, ancor peggio, trasmettergli l’imbarazzo di provare sentimenti, anche se contrastanti, nei confronti del piccolo.

Spesso i bambini che regrediscono si sentono in colpa.

Occorre tollerare questa regressione che evidenzia come il bambino si senta “in gara” con il fratellino per assicurarsi l’attenzione dei genitori.

È importante trovare alternative interessanti, proposte in cui emerga la considerazione che il genitore ha di lui, dimenticandosi, quasi, di questi atteggiamenti regressivi.

Assicurare momenti e spazi a lui riservati senza la presenza assillante del fratellino, proporre attività stimolanti e interessanti che lo gratifichino e contribuiscano ad infondergli sicurezza (”Meno male che possiamo fare qualcosa di più interessante!”).

Spesso il grande ha bisogno di confrontarsi con il piccolo.

Osservare ciò che fa, seguire la mamma mentre se ne prende cura e gli racconta quello che faceva a lui da piccolo, lo aiuta a rendersi conto che appartengono alla stessa realtà e non su due piani differenti.

Il bambino ha bisogno di riscoprire le sue origini guardando insieme a mamma e papà le sue foto di quando era piccino. L’aggressività che potrebbe esprimere è naturale.

Pertanto non deve trovare avversione da parte dei genitori, ma contenimento. In questo modo, la mamma non solo protegge il piccolo, ma evita che il grande percepisca sé stesso come cattivo, insegnandogli pian piano a controllarsi da solo.

Creare occasioni di gioco imitativo (la cucina delle bambole, i travestimenti, passeggini, lettini e culle…) gli permette di esternare quello che vive senza dover necessariamente rivolgere i sentimenti ostili verso il fratellino (una bambola si può far cadere, sgridare, lanciare…).

È da incoraggiare qualsiasi atteggiamento positivo nei confronti del piccolo poiché la presenza contemporanea di emozioni spesso contrastanti è normale.

Il “fare qualcosa per lui” lo aiuta a riparare le fantasie distruttive che sicuramente ha elaborato, sminuendone l’aspetto aggressivo e rassicurandolo sulla liceità dei suoi pensieri (si può pensare tutto, sfogare la propria fantasia, tanto non accade nulla di male!).

È utile mostrargli quanto il piccolo fratellino sia felice di vederlo e come lo cerchi quando egli si avvicina.

È meglio evitare di sottolineare che il bambino è più grande.

Usare espressioni che significano maturità e responsabilità (”No, che sei grande!”) potrebbe indurlo a pensare che l’universo delle coccole ormai gli sia precluso.

Non allarmarsi per un capriccio al parco, un gioco lanciato, un attacco di rabbia.

Affrontarlo con calma senza assumere atteggiamenti altrettanto aggressivi: lo comprendete, diteglielo.

Pian piano, poi, distoglietelo dal motivo che lo ha scatenato portando la sua attenzione su altro.

La sicurezza, la padronanza e la determinazione che gli dimostrerete infonderanno anche a lui la certezza del vostro amore e della vostra comprensione: nessun suo atteggiamento potrà mai scalfire l’interesse e il legame profondo che avete costruito da quando è nato.

PREVENIRE SI PUÒ

È importante prepararlo a cosa accadrà, raccontare, ma senza che diventi l’argomento principale. Bisogna ricordarsi che i tempi di attesa per un bambino sono decisamente inferiori a quelli di un adulto.

Questa canzone e relativo video dei cartoni dello Zecchino si chiama “Mio fratello” ; è molto carino e dolce parla di una bimba e del nuovo fratellino nato.

Potrebbe risultare d’aiuto per anticipare e preparare il fratello maggiore alla nascita del neonato.

Fare continuo riferimento alla esperienza passata con lui, renderà in nuovo arrivato simile a lui, non speciale.

È giusto che la mamma gli parli anche delle sue preoccupazioni, in modo sereno e semplice, dandogli la possibilità di esprimere le sue e rendersi conto che è positivo dire sempre quello che si prova non nascondendo le emozioni forti che prova. Lo aiuterà a conoscerle e padroneggiarle.

La vita deve procedere nella normalità. Quando possibile, cercare di posticipare o anticipare eventuali cambiamenti (inserimento all’asilo, cambio di stanza, abitudini di orari…). Le regole restano quelle a cui è abituato. Anche il fratellino, col tempo, dovrà condividerle.

Tutto ciò che il bambino può condividere con la mamma (scelta del nome, dei vestitini, colore della stanza…) o farà sentire importante all’interno del grande avvenimento e lo aiuterà ad evitare i comportamenti regressivi.

Fate comprendere a chi vivrà questa esperienza con voi (nonni, baby sitter, amici…) che sarà molto importante farlo sentire sempre al centro dell’attenzione, colmarlo di coccole e di proposte interessanti che distolgano, ogni tanto, l’attenzione dal piccolo.

Quando prevedete di dovervi assentare, è giusto che sappia dove la mamma andrà a far nascere il piccolo.

Portatelo in ospedale in modo che non si crei, nella sua immaginazione, un posto meraviglioso dove la sua mamma sta coccolando il nuovo arrivato escludendolo già dall’inizio.
regalo

Infine, sarebbe carino fare in modo che il nuovo arrivato gli portasse un regalino per dimostrargli amicizia, riconoscendogli il suo ruolo di fratello maggiore.