Sole, vento e sabbia sono fattori che, soprattutto durante la bella stagione, rischiano di aggravare disturbi agli occhi di per sé già molto fastidiosi: ad esempio, fotofobia aspecifica (cioè non dovuta a cause “riconosciute”), irritazioni o patologie congiuntivali. Questi inconvenienti, tipici del periodo estivo, sono purtroppo sempre più diffusi anche in età pediatrica. I numeri parlano chiaro: dati recenti rivelano che la congiuntivite allergica colpisce tra il 5 e il 22% della popolazione.
UN FENOMENO IN CRESCITA
Complici dell’aumento dei disturbi agli occhi sono, in molti casi, un accresciuto inquinamento atmosferico e l’adozione di stili di vita e di alimentazione non sempre corretti. La presenza nell’aria, soprattutto nei grandi centri urbani, di agenti inquinanti, così come, per chi soffre di secchezza oculare, un uso sempre più indiscriminato di condizionatori d’aria alla lunga finisce per sottoporre i nostri occhi e quelli dei nostri bimbi a condizioni di continuo stress.
La questione è dunque molto delicata, soprattutto se si pensa che l’età di insorgenza di questi disturbi negli ultimi anni si è notevolmente abbassata, arrivando a coinvolgere ormai anche bambini di un anno, un anno e mezzo di età.
Per quanto quest’ultimo dato possa risultare parzialmente influenzato da una maggiore accuratezza diagnostica da parte dei medici e da una più diffusa attenzione da parte delle mamme, resta il fatto che questo problema non può e non deve assolutamente essere sottovalutato.
MOLTE CAUSE, DIVERSE TERAPIE
Vediamo di chiarire quali sono queste patologie, che cosa le determina, che decorso hanno, come vanno affrontate e, soprattutto, quali attenzioni richiedono nel caso in cui il bambino che ne è affetto venga esposto ai raggi del sole.
Rientrano nelle manifestazioni più lievi le cosiddette irritazioni congiuntivali aspecifiche, ovvero quei fenomeni irritativi non riconducibili a una causa precisa, ma dovuti all’azione congiunta di diversi fattori, quali l’esposizione al vento e al sole, o a condizioni di particolare affaticamento oculare, che determinano una temporanea vasodilatazione dei capillari presenti nella congiuntiva, con conseguente arrossamento dell’occhio.
Questo genere di disturbo, spesso accompagnato da fenomeni di fotofobia, tende solitamente a regredire in maniera spontanea, ma può essere attenuato con l’impiego (moderato) di colliri lubrificanti (lacrime artificiali) e applicazioni di acqua fredda.
Di altra natura sono le congiuntiviti batteriche, dovute all’azione di streptococchi e stafilococchi che entrano in contatto diretto con l’occhio dall’esterno: frequente è il caso di bambini che si toccano gli occhi con le mani sporche.
Tra i sintomi caratteristici di queste forme, oltre a rossore e difficoltà a tollerare la luce, vi è una tipica secrezione densa e appiccicosa che tende a distribuirsi lungo il bordo palpebrale e sulle ciglia, rendendone difficile l’apertura. In questi casi è indispensabile tenere pulito l’occhio infetto, utilizzando appositi detergenti o salviettine monouso, e cercare, nel contempo, di evitare il contagio degli altri membri della famiglia, tenendo separati gli asciugamani. Se opportunamente trattate con colliri antibiotici, ovviamente prescritti da uno specialista, queste infezioni non dovrebbero durare più di 5 giorni.
Più serio è invece il caso delle congiuntiviti virali, che spesso insorgono in conseguenza di infezioni delle vie respiratorie superiori (laringiti, faringiti) o di tipo erpetico (di solito da herpes simplex) e durano in media 10 giorni. Caratterizzate da rossore intenso, gonfiore palpebrale e difficoltà del bimbo a tenere gli occhi aperti in presenza di fonti luminose, queste forme, nei casi più gravi, possono degenerare in cheratocongiuntiviti epidemiche, cioè forme che interessano la superficie corneale e sono assai contagiose. Anche in questo caso è molto importante evitare di trasmetterle e consultare tempestivamente uno specialista per impostare un’adeguata terapia.
Le forme più diffuse sono di natura allergica e si distinguono in tre tipi:
- congiuntiviti stagionali, identificabili attraverso i più comuni test allergologici, legate all’azione di allergeni presenti nelle piante (graminacee, pioppi) per cui esistono appositi vaccini;
- congiuntiviti perenni, nelle quali gli allergeni responsabili (acari, peli del gatto o del cane) sono presenti tutto l’anno, e la cui cura consiste principalmente nell’allontanamento dalle cause scatenanti;
- congiuntiviti primaverili o cheratocongiuntiviti cosiddette “vernal”, decisamente più severe, ma più rare. Di difficile individuazione (perché spesso associate a esiti negativi ai test allergologici), hanno in genere un decorso molto lungo e, a volte, possono causare dolore. Una volta manifestatesi, tendono a recidivare puntualmente fino alla maggiore età e necessitano, più di tutte, di adeguate cure mediche.
No alla luce diretta del sole
Qualunque sia la congiuntivite in atto, occorre prepararsi ad avere, da parte del bambino, una reazione di intolleranza transitoria alla luce, soprattutto nelle manifestazioni di tipo allergico.
Per ovviare a questo inconveniente e ridurre il fastidioso sintomo, oltre a cercare di evitare di esporlo alla luce diretta del sole, è sempre consigliabile proteggerne la vista con lenti da sole.
Come scegliere gli occhiali da sole adatti?
Una buona norma per la valutazione della idoneità delle lenti è verificare innanzitutto la presenza del marchio CE, apposto sugli occhiali in modo visibile, leggibile, indelebile (l’adesivo non basta), che ne garantisce il rispetto dei requisiti.
Il fabbricante deve inoltre preparare e rilasciare una nota informativa contenente le seguenti indicazioni: la categoria (da 0 a 4 secondo le condizioni di illuminazione), il tipo di lente (fotocromatico, polarizzante o degradante) e la classe ottica (1a o 2a , in base alla qualità).
Le lenti, inoltre, graduate nel caso in cui il bimbo abbia problemi di vista, devono essere infrangibili e montate su telai leggeri, realizzati con materiale rigorosamente atossico.
Comodissimi sono gli occhiali da sole Baby Banz: concepiti in Australia, sono stati clinicamente testati da alcune delle più importanti autorità su occhiali da sole e passati norme molto rigorose nel settore occhiali da sole.
Questo ci dà la sicurezza che il nostro bambino avrà un occhiale da sole di qualità con protezione UV al 100%.
Hanno un cinturino in neoprene elastico (che corrisponde anche il colore del occhiali da sole) che evita cadute accidentali. Sono morbidi e comodi e sono anche regolabili in modo crescono cresce con il nostro bambino.
Come intervenire:
appena vedete dello spurgo negli occhi del bambino o del neonato, instillate una o due gocce di collirio alla camomilla o eufralia in entrambi gli occhi.
ottimo il collirio Euphrasiaheel di Heel
Prima di mettere il collirio, pulite con soluzione fisiologica. Potete usare le salviettine già imbevute create appositamente oppure mettere della fisiologica su una salviettina struccante. Importante, non usate la stessa salvietta per entrambi gli occhi.
Alle volte questo trattamento è sufficiente ed evitiamo di ricorrere ai farmaci. Importante la tempestività del trattamento e la costanza nel ripeterlo più volte nel corso della giornata (non esiste un massimo, quante volte riuscite sono colliri umettanti e calmanti).
Insistete con il trattamento ma se vedete che lo spurgo continua sarà necessario contattare il pediatra che probabilmente vi consiglierà: exocin, tobral oppure aureomicina oftalminca da mettere tre/quattro volte al giorno per una settimana.