Maria Montessori descrive dettagliatamente il materiale da usare per il tocco delle lettere nel libro “La Scoperta del Bambino”.
Ecco la descrizione del materiale come indicato nel libro:
“Tavolette delle lettere alfabetiche in carta smerigliata, e tavole a gruppi di lettere secondo la somiglianza della forma. – Il materiale consiste in una copia di ciascuna lettera dell’aIfabeto di carta a fine smeriglio; fissata sopra una tavoletta la cui dimensione è adatta a ciascuna lettera;
la tavoletta è di cartoncino ricoperto in carta liscia di color verde; mentre la carta smerigliata è grigio-chiaro; ovvero la tavoletta è in legno bianco lucidato, e la carta smerigliata è nera: cioè i colori aiutano a fare spiccare sul fondo il segno della lettera.
Analoghe tavole ma molto più grandi, in cartone o in legno, portano raggruppate varie lettere, che sono identiche alle corrispondenti delle piccole tavolette ma combinate in raggruppamenti secondo il contrasto o analogia di forma.
Le lettere devono essere in bella forma calligrafica, con accenno ai chiaroscuri. Esse sono in iscrittura verticale, se tale è l’uso momento nelle scuole elementari: è cioè la «scrittura in uso» che determina questo materiale il quale non vuol portare una riforma nel modo di scrivere – cosa del tutto diversa dal proposito che qui ci dirige — ma solo facilita la scrittura, qualunque essa sia.”
Occorrente:
21 tavolette di legno. Io ho scelto la dimensione simile ad un A4 (210×297) ovvero 20x30cm. Ho scelto di stampare le sole lettere dell’alfabeto italiano, tralasciando quindi le lettere j k w x y
carta vetrata a grana fine di colore neutro
colore a tempera rosso e azzurro. Questi due colori corrispondono a quelli scelti successivamente da M. Montessori per la descrizione degli alfabetari mobili “Le vocali sono intagliate in cartoncino rosso e le consonanti in azzurro”. Noi abbiamo scelto di fare il contrario (vocali in blu e consonanti in rosso).
Visto che noi siamo un pò più tecnologiacamente avanzate, invece di scriverci a manina tutte le lettere da ritagliare possiamo stamparle dal pc.
Per le lettere in corsivo stile prima elementare, ho scelto il font di Windows INDIS1.ttf
Lo potete scaricare online e per utilizzarlo occorre copiare il file in \Windows\fonts\
Una volta copiato il font non resta che fare un documento Word con una lettera minuscola (a, b, c …) per pagina e stamparlo.
Una volta stampato va riportato con una penna nel retro della carta vetrata e ritagliato per poi essere incollato nelle tavolette di legno.
Visto che lo riportate sul retro della carta, dovete girare la lettera come da figura altrimenti una volta ritagliata la lettera sarà storta.
Quando avete ritagliato la lettera si procede poi a colorarla e in questo ci possono aiutare i bambini.
Quando saranno asciutte vanno attaccate alla tavoletta.
Abbiamo inserito su ogni tavoletta un puntino nero per far capire al bambino il verso corretto della lettera.
Per chi volesse optare per un materiale già pronto, inseriamo a lato il link per l’acquisto online su Amazon
A seguire gli esercizi da proporre al bambino come descritti da M. Montessori:
“Esercizi. – Si comincia subito con l’insegnamento delle lettere alfabetiche iniziandolo dalle vocali e proseguendolo con le consonanti, che si pronunciano col suono e non col nome; subito unendo il suono con una vocale e ripetendo la sillaba secondo il ben noto metodo fonico-sillabico.
L’insegnamento procede secondo i tre tempi già illustrati:
I. – Sensazione visiva e tattile-muscolare associata al suono alfabetico. –
La direttrice presenta al bambino due cartoncini verdi, o due tavolette bianche, secondo il materiale didattico di cui dispone, sulle quali sono le lettere i ed o, dicendo: «questa è I» «questa è O» (e analogamente procederà in seguito per gli altri segni). Le fa quindi immediatamente toccale dicendo: « toccate ›› e senza altra spiegazione ella mostra al bambino come seguire il tracciato della lettera, e, se è necessario, guida materialmente il dito indice della mano destra del bambino sulla carta smerigliata, nel senso della scrittura.
Il «saper toccare ›› e il «non saper toccare» consisterà nel conoscere il senso secondo il quale si traccia un determinato segno grafico.
Il bambino impara subito: e il suo dito, già esperto nell’esercizio tattile, è condotto dalla leggera morbidezza del fine smeriglio sulla traccia precisa della lettera; onde egli può ripetere da sè indefinitamente il movimento necessario a produrre le lettere dell’alfabeto, senza timore di sbagliare e seguendo forme calligrafiche; se devia, l’impressione liscia lo fa subito accorto dell’errore.
I piccini fra i quattro o cinque anni, appena si son fatti un poco esperti di tale tòcco, amano assai ripeterlo a occhi chiusi così si lasciano condurre dallo smeriglio a seguire la forma senza vederla; e si può dire che veramente la percezione della diretta sensazione tattile-muscolare della lettera darà il massimo contributo alla conquista definitiva.
Se invece l’esercizio è offerto a bambini troppo grandi (di .sei anni per esempio) l’interesse della lettera veduta, che riproduce il suono e compone parole, prevale e il toccare non attrae più abbastanza il bambino per trattenerlo sufficientemente nell’esercizio del movimento. Il bambino «scriverà» meno facilmente e meno perfettamente, avendo già smarrito le gioie motrici che appartengono a una età precedente.
Il bambino piccolo invece non muove la mano dietro l’immagine visiva; non questa richiama il suo interesse; ma è la sensazione tattile che conduce la mano del bambino a tracciare quel movimento, che poi si fisserà con la memoria muscolare.
Intervengono tre sensazioni contemporanee, quando la direttrice fa vedere e toccare la lettera dell’alfabeto: sensazione visiva, sensazione tattile e sensazione muscolare: quindi l’immagíne del segno grafico si fissa in un tempo più breve di quando, coi metodi comuni, acquisita la sola immagine visiva,
Si noti poi che la memoria muscolare è la più tenace nel bambino piccolo e insieme la più pronta. Egli infatti talvolta non riconosce la lettera guatdandola, ma la riconosce toccandola.
Queste immagini sono contemporaneamente associate a quella uditiva del suono alfabetico:
ll. – Percezione: Il bambino deve saper comparare e riconoscere le figure, allorché ode il suono ad esse corrispondente. –
La direttrice chiede al bambino, per esempio (e analogamente procederà per le altre lettere): «Dammi odammi i». Se il bambino non sa riconoscere i segni guardandoli, lo si invita a toccarli; ma se anche in questo caso non li riconosce, la lezione ha termine, e si riprenderà un altro giorno. (Fu già illustrata la necessità di non rilevare l’errore, e di non insistere nell’insegnamento, quando il bambino non vi corrisponde subito).
III. – Linguaggio: Il bambino deve sapere pronunciare il suono corrispondente ai segni alfabetici. – Lasciate sul tavolo le lettere per qualche istante, si chiede al bambino «che cosa è questo» egli dovrà rispondere o, i.
Nell’insegnamento delle consonanti la direttrice pronuncia solo il suono e, appena lo ha pronunciato, vi unisce una vocale e pronuncia una sillaba o più sillabe alternando più vocali, sempre facendo rilevare il suono della consonante, infine ripete questo suono isolato; es. m, m, m, ma, mi, me. m, m. Quando il bambino dovrà ripetere il suono, lo ripeterà isolato e accompagnato dalla vocale.
Non è necessario insegnare tutte le vocali prima di passare alle consonanti appena si conosca una consonante, si compongano subito delle parole. Modalità consimili sono lasciate all’arbitrio dell’educatrice.
Io non trovo pratico seguire una regola speciale nell’insegnamento delle consonanti. Molto spesso la curiosità del bambino per un segno grafico conduce a insegnare la consonante desiderata;un nome pronunciato richiama nel bambino l’interesse di sapere qual è la consonante necessaria a comporlo. É questa volontà del bambino è un mezzo più efficace d’ogni ragionamento per decidere sull’ordine da seguire.
Quando il bambino pronuncia i suoni delle consonanti prova un evidente piacere: è per lui una novità quella serie di suoni così vari e più noti, i quali nascono presentando un segno enigmatico, com’è la lettera alfabetica. Ciò ha del mistero, e provoca un indicibile interesse.”